BANANA YOSHIMOTO da La Repubblica del 17 marzo 2011
Al momento del terremoto stavo andando a prendere mio figlio a scuola. Guidava mio marito e la potenza della scossa lo ha costretto ad accostare e fermarsi. Dal finestrino dell´auto ho visto i grattacieli ondeggiare in distanza e ho pensato “Sarà un guaio grosso”. Fortunatamente mio figlio era sano e salvo a scuola e siamo tornati a casa con lui senza problemi.
Qualche piccolo danno c´è stato in casa, tipo portafotografie in frantumi e libri caduti a terra dagli scaffali, ma fortunatamente nulla di serio.
Subito un´amica che abita nel nostro quartiere è venuta a offrirci aiuto. Ho accompagnato a casa gente che non poteva rientrare per via dei trasporti pubblici bloccati.
I cellulari non funzionavano così il sistema migliore per ottenere informazioni erano Twitter e Viber. Ci sono state altre scosse di assestamento ma senza danni gravi a Tokyo.
Il problema ora è che, sconvolta dal disastro, la gente ha fatto incetta di beni di consumo quotidiano. Riso, scatolame e carta igienica sono ormai introvabili. E non è facile spostarsi in auto per via dei problemi di rifornimento di carburante.
Il bombardamento di immagini tragiche dello tsunami in TV ha avuto un impatto pesante sulla psicologia della gente. Alcuni media lo hanno capito e sono tornati al palinsesto normale con le ultime notizie che scorrono in sottofondo. Ho trovato questa decisione molto coraggiosa e ho apprezzato molto Tokyo Channel 12, pioniere di questa scelta.
Quanto alla centrale di Fukushima, ancora non mi sono fatta un´idea mia in mezzo ai tanti commenti diversi. Comunque dico solo che mi ha colpito l´alta professionalità dei tecnici giapponesi che stanno facendo tutto il possibile per evitare l´esplosione, invece di chiacchierare su cosa sia giusto o sbagliato. Il mio cuore scoppia di dolore per la morte di tante persone in questo disastro ma vedo gli sforzi della protezione civile nell´opera di salvataggio e la solidarietà tra i sopravvissuti. Non passa giorno senza che io scopra la grandezza del popolo giapponese. Credo che uno scrittore debba portare a tutti speranza in qualunque situazione. Comunque sia non voglio smettere di sorridere, voglio mantenere la mia libertà di pensiero e intendo affrontare con coraggio le avversità.
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Traduzione di Emilia Benghi
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